Vacanze e ferie, c’è l’obbligo di reperibilità?

Per alcuni di noi le ferie estive sono già finite, per altri fortunati sono appena cominciate ma in ogni caso, sia che si tratti delle vacanze di agosto sia di quelle in ogni altro momento dell’anno, avrai sicuramente portato con te il tuo smartphone. Storie su Instagram, momenti da immortalare, messaggi agli amici: l’ultima cosa che vorresti è ricevere una telefonata del tuo datore di lavoro che ti chiede di risolvere un problema o di rientrare in anticipo. La tentazione è quella di non rispondere, in fin dei conti potresti essere a fare un bagno o un’escursione, ma hai davvero la possibilità di ignorare una chiamata dell’ufficio? In sintesi, hai l’obbligo di reperibilità durante le vacanze? Te lo spieghiamo in questo articolo.

Sei già partito? Potresti essere fortunato

Nel caso in cui tu sia già partito, ti può andar bene: più volte la Cassazione si è pronunciata in merito stabilendo che chi è in ferie ha tutto il diritto di rimanerci anche se il capo ha bisogno di lui. Se, invece, non è ancora scattato il giorno fatidico della partenza potresti essere costretto a rinunciare a preparare i bagagli.

Ovviamente tutt’altra storia riguarda quelli che per contratto di categoria hanno l’obbligo di reperibilità durante le vacanze. Lo stesso può succedere se hai un accordo privato tra te e l’azienda che ti vincola a dover rispondere sempre al telefono anche quando sei in ferie. Allora cosa rischi qualcosa se fai finta di niente e ignori la telefonata?

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Cos’è la reperibilità durante le vacanze

La reperibilità in generale, in questo caso anche durante le vacanze, è un istituto che consente al lavoratore di mettersi a disposizione dell’azienda per intervenire in caso di necessità improvvise e non prevedibili. In questo modo, attraverso il contratto collettivo nazionale oppure un accordo privato tra il datore di lavoro ed il dipendente, si crea da parte di quest’ultimo un impegno costante che va oltre il normale orario di lavoro.

Ovviamente se la telefonata di reperibilità dà origine allo svolgimento di un’attività urgente, può subentrare lo straordinario. La reperibilità ha un costo per l’azienda. Il dipendente che mette a disposizione il suo tempo ha diritto a un’indennità sia sotto forma di fisso mensile, sia a chiamata, sia come percentuale in più sulla retribuzione.

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Quando la reperibilità durante le vacanze non è obbligatoria?

Nella maggior parte dei casi se sei già in ferie in Italia o all’estero non hai alcun obbligo di reperibilità durante le vacanze. Questo vuol dire che se il tuo datore di lavoro ha un problema urgente da risolvere, deve trovare un’altra soluzione.

Emblematico è il caso del responsabile dell’ufficio tecnico del Comune di Rovere: è stato licenziato per assenza ingiustificata dopo essere stato inutilmente chiamato due volte per rientrare dalle ferie. Il Comune aveva la convinzione di poter revocare le ferie dei dipendenti ogni qualvolta ne avesse bisogno. Sia il tribunale in primo grado, sia la Corte d’Appello sia la Cassazione hanno chiarito che questo potere non esiste: è vero che il datore di lavoro può modificare un piano ferie prestabilito, ma è altrettanto vero che le modifiche devono essere comunicate al dipendente con un preavviso adeguato. Questo ovviamente esclude il cambiare piano ferie quando queste sono già in corso, non esiste una norma per costringere il lavoratore a essere reperibile durante le vacanze o a rientrare.

Chi ha l’obbligo della reperibilità durante le ferie?

Ci sono due casi in cui puoi essere tenuto a tornare al lavoro se il capo te lo chiede mentre sei in ferie, quando l’obbligo di reperibilità è previsto:

  • Dal contratto nazionaledi categoria
  • Da un accordotra il datore di lavoro ed il dipendente

Ci sono ruoli non sostituibili come ad esempio chi si occupa dei sistemi informatici o un primario di un ospedale. Ovviamente le ferie sono un diritto inalienabile ma in questi casi al dipendente potrebbe essere consegnato un telefono aziendale per essere rintracciabile in qualsiasi momento anche nel caso di dover rientrare al lavoro per risolvere qualche problema urgente.

Quali sono i diritti del lavoratore che decide di rientrare?

Nel caso in cui il lavoratore decida di rientrare, sia che abbia la reperibilità obbligatoria sia che lo faccia a titolo volontario, avrà diritto ad essere risarcito di tutto ciò che comporta cancellare le sue prenotazioni. L’azienda gli dovrà rimborsare quello che ha speso ad esempio per i giorni di hotel pagati ma non sfruttati, per avere cambiato il biglietto aereo o di treno in modo da rientrare in anticipo o per eventuali altri impegni presi e non rispettati. In più il dipendente avrà diritto anche all’indennità per la mancata fruizione delle ferie, oltre che ad andare in vacanza in un altro periodo.

E se decide di non rientrare?

Come dicevamo, la Cassazione ha confermato che il dipendente non è obbligato a rientrare dalle ferie e nemmeno a rispondere al telefono quando si trova in vacanza. Ecco perché non può subire nessuna sanzione disciplinare, sempre che, ovviamente, non ci sia un contratto che glielo imponga.

Se quindi hai ricevuto una lettere di licenziamento perché non hai acconsentito a tornare a lavoro mentre eri in ferie, nonostante il tuo contratto non preveda assolutamente la reperibilità, questo provvedimento è illegittimo.

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